22 maggio 2018
Riservato e silenzioso. Non risultano
problemi psichici, e per tutti l'immagine è quella della normalità.
Nemmeno questioni di lavoro all'orizzonte. Ma il padre omicida ha
condotto la figlia sull'apice di un alto viadotto e l'ha lanciata per 40
metri togliendole la vita.
Gli ultimi a vedere viva la piccola Ludovica, di 10 anni, amante della
musica e del canto, sono stati gli agenti intervenuti subito dopo le
segnalazioni degli automobilisti. Chi transitava sul viadotto Alento,
sulla A14, in territorio di Francavilla al Mare (Chieti) intorno alle
13, ha visto padre e figlia che camminavano mano nella mano, a circa
duecento metri dall'auto, vicino al guardrail. L'aveva prelevata dagli
zii materni che vivono a Pescara nella stessa palazzina della nonna. Per
Ludovica il destino si compie in un breve momento, mentre il papà,
Fausto Filippone, di 49 anni, dirigente della ditta di abbigliamento
Brioni, si getta da quel viadotto dopo essere rimasto appeso nel vuoto
per sette ore.
Ora si cerca un perché di tutta questa follia. La questura di Chieti
ricostruisce quegli ultimi attimi drammatici. In atto, dice il questore
Raffaele Palumbo in una conferenza stampa, "ogni attività probatoria".
Sarà compito degli investigatori fare luce sugli aspetti ancora non
chiari della vicenda e sul contenuto di un foglio volato giù dal
viadotto: appunti, sembra, trascritti durante il colloquio tra Filippone
e un poliziotto intervenuto in attesa dell'arrivo del mediatore.
Secondo quanto spiegato dalla dirigente della Mobile di Chieti, Miriam
D'Anastasio, gli appunti conterrebbero anche nomi sui quali per c'è
stretto riserbo.
A poche ore da quanto successo, è buio sulla morte della moglie di
Filippone, Marina Angrilli, precipitata dal balcone dell'appartamento di
proprietà del marito a Chieti Scalo. A dare l'allarme i condomini ma
nessuno avrebbe visto il momento in cui è caduta la donna. Da
ricostruire la posizione dell'uomo in quel momento. Lei, 51 anni, è
stata ricordata con un minuto di silenzio al liceo scientifico Leonardo
da Vinci di Pescara dove insegnava lettere. Nelle sue tre classi anche
uno psicologo. Il preside, Giuliano Bocchia, riferisce di alunni provati
e di un'insegnante allegra e gioviale. "L'abbiamo vista l'ultima volta
sabato a scuola, alla fine delle lezioni. Era tranquilla come sempre,
non c'erano elementi che potessero far pensare a particolari situazioni
familiari. Era una persona molto riservata, ma serena, e aveva un ottimo
rapporto con gli alunni". Così alcune colleghe ricordano Marina
Angrilli. Nel sottolineare che "tutti a scuola sono sconvolti per quanto
accaduto", le colleghe della donna, ricordano che la 51enne "parlava
sempre e con grande orgoglio della figlia" Ludovica e spesso mostrava
loro delle foto della bimba.
Ingannati da una fitta nebbia e intrappolati da un vento gelido che ha fatto precipitare la temperatura fino a 20 gradi sotto lo zero: così negli ultimi due giorni sono morti quattordici escursionisti in sette distinti incidenti sulle Alpi tra Italia, Francia e Svizzera. Di questi sette erano italiani. Cinque sono rimasti bloccati da una bufera di neve a oltre 3.000 metri di quota lungo il percorso della Haute Route, itinerario scialpinistico che collega Chamonix, ai piedi del Monte Bianco, con Zermatt, sotto il Cervino. Si tratta della guida italiana Mario Castiglioni, 59 anni, tra le vittime ci sono tre escursionisti esperti di Bolzano, Elisabetta Paolucci, 44 anni, Marcello Alberti, di 53 anni, e Gabriella Bernardi, 53 anni, questi ultimi marito e moglie, tutti e tre amici da tempo. Non è ancora stata resa nota l'identità della quinta vittima italiana. Nello stesso incidente è morta anche è una donna bulgara di 52 anni. Sul versante bellunese altre due vitti
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