Ingannati da una fitta nebbia e intrappolati da un vento gelido che ha fatto precipitare la temperatura fino a 20 gradi sotto lo zero: così negli ultimi due giorni sono morti quattordici escursionisti in sette distinti incidenti sulle Alpi tra Italia, Francia e Svizzera. Di questi sette erano italiani.
Cinque sono rimasti bloccati da una bufera di neve a oltre 3.000 metri di quota lungo il percorso della Haute Route, itinerario scialpinistico che collega Chamonix, ai piedi del Monte Bianco, con Zermatt, sotto il Cervino. Si tratta della guida italiana Mario Castiglioni, 59 anni, tra le vittime ci sono tre escursionisti esperti di Bolzano, Elisabetta Paolucci, 44 anni, Marcello Alberti, di 53 anni, e Gabriella Bernardi, 53 anni, questi ultimi marito e moglie, tutti e tre amici da tempo. Non è ancora stata resa nota l'identità della quinta vittima italiana. Nello stesso incidente è morta anche è una donna bulgara di 52 anni.
Sul versante bellunese altre due vittime italiane: sono Enrico Frescura, 31 anni, e Tiziano Marengon, 28 anni. I due, che appartenevano entrambi al Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi, stavano affrontando la parte conclusiva del Canale Oppel, quando sono scivolati.
• SEI MORTI ALLA PIGNA D'AROLLA
Un gruppo di dieci alpinisti, tra i quali la guida italiana, e quattro escursionisti di varie nazionalità sono caduti nella trappola di una violenta tempesta in alta quota, prevista dai bollettini meteo. Partiti il 29 aprile dal rifugio di Dix, a 2982 metri, si trovavano nella zona della Pigna d'Arolla, a 3.270 metri lungo il percorso della Haute Route, un itinerario scialpinistico molto frequentato in queste settimane che collega Chamonix, ai piedi del Monte Bianco, con Zermatt, sotto il Cervino. Attraverso l'itinerario de "la Serpentine" avrebbero dovuto raggiungere domenica notte ìl rifugio Des Vignettes, a 3175 metri, ma non ci sono mai arrivati. Sull'incidente, il più grave, è stata aperta un'indagine.
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