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Gettata a pezzi nel cassonetto Il fratello: "Ci pensavo da mesi"

17 agosto 2017 
Un delitto agghiacciante scuote la settimana di Ferragosto nella capitale. Un delitto che sarebbe potuto rimanere a lungo un giallo ma che invece in poche ore ha visto una soluzione investigativa suffragata da prove solide e dalle ammissioni dell'uomo accusato dell'efferato delitto.
 
 
La Procura di Roma ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di Maurizio Diotallevi, 62 anni, accusato dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere della sorella, Nicoletta, 59 anni. L'uomo è stato trasferito nel carcere di Rebibbia in attesa che il gip fissi l'udienza di convalida. Maurizio Diotallevi ha confessato l'omicidio. Dopo ore di interrogatorio è crollato in Questura. "Sì, sono stato io", ha ammesso davanti agli investigatori. 
 
 
Strangolata e fatta a pezzi con una sega 
Secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile, l'omicida avrebbe strangolato la donna, poi ne avrebbe smembrato il corpo con una sega per disfarsene più facilmente. 
 
Liti familiari alla base del delitto A scatenare la furia dell'uomo, secondo quanto ricostruito, sarebbe stata l'ennesima lite per motivi economici. I due fratelli vivevano insieme in un appartamento nel quartiere Flaminio, a pochi metri di distanza dal cassonetto in cui la polizia ha rinvenuto la testa e il tronco della donna. Si erano riuniti anni fa dopo la morte della mamma e abitavano in Via Guido Reni al civico 22b. Sulla porta dell'appartamento sono stati apposti i sigilli da parte delle forze dell'ordine. Spesso, stando a quanto ricostruito dagli investigatori, i due avevano liti per questioni economiche: a lavorare era solo la sorella e Maurizio le faceva spesso richieste di denaro. "Erano due mesi che stavo pensando di ucciderla ma il mio è stato un raptus, mi umiliava in continuazione", avrebbe detto l'uomo nell'interrogatorio culminato nella confessione choc. Nel corso del confronto di ieri con polizia e magistrati, l'uomo ha fornito una versione "lucida" di quanto avvenuta nella casa di via Guido Reni il 14 agosto scorso. L'omicida avrebbe prima strangolato la sorella e poi utilizzato un'ascia o una sega per sezionare il cadavere e inserirlo in alcuni sacchi della spazzatura. "Mi sento di escludere che dietro questa vicenda possano esserci motivazioni di tipo economiche", il parere dell'avvocato del reoconfesso, Gaetano Scalise. Il quartiere è sotto shock. I vicini non riescono ancora a credere a quanto accaduto.
 
 Identificato grazie alle telecamere di sorveglianza 
L'omicida è stato identificato grazie alle telecamere di sorveglianza che lo hanno ripreso mentre usciva dallo stabile con un grande sacco della spazzatura e poi ancora mentre si allontanava dal cassonetto nella notte di lunedì. Una parte della targa della sua auto è risultata leggibile. Il ritrovamento delle gambe Ieri sera in viale Maresciallo Pilsudski, nel quartiere Parioli, mentre rovistava in un cassonetto, una ragazza rom ha scoperto due gambe avvolte da scotch da pacchi. Ha avuto un malore ma è comunque riuscita a dare l'allarme che ha fatto partire l'inchiesta. 
 
 
Il ritrovamento delle altre parti del corpo 
Dopo il ritrovamento delle gambe le forze dell'ordine hanno iniziato la ricerca delle altre parti del corpo. E oggi, in tarda mattinata, hanno estratto la testa e il torso da un altro cassonetto, in via Guido Reni, all'altezza del civico 22. Li cercavano da ieri sera, ipotizzando che l'omicida abbia cercato di liberarsi in fretta dei resti e li abbia distribuiti sperando di confonderli tra i rifiuti prelevati da diversi camion dell'Ama.
 
 
 

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