16 giugno 2017
Arriva la conferma ufficiale della morte di Gloria Trevisan e del
fidanzato, Marco Gottardi, nel rogo della Grenfell Tower a Londra. A
comunicarla è l'avvocato della famiglia Trevisan, Maria Cristina
Sandrin, contattata dalla Farnesina. "Chiediamo a questo punto che
vengano spenti i microfoni e le
telecamere su questa vicenda e che venga rispettato il dolore di queste
due famiglie", ha detto la legale.
Farnesina: i due italiani nell'elenco delle vittime
A quanto si apprende da fonti del ministero degli Esteri, "per le
autorità britanniche la lista dei dispersi è ormai divenuta la lista
delle vittime e i nomi di Gloria Trevisan e Marco Gottardi risultano
nell'elenco".
I due archietetti erano a Londra da 3 mesi
Gloria Trevisan, 27 anni, di Camposampiero (Padova) e Marco Gottardi,
anche lui 27enne, di San Stino di Livenza (Venezia), abitavano al
23esimo piano del grattacielo che è andato distrutto nell'incendio
divampato nella notte tra mercoledì e giovedì. I due ragazzi, entrambi
architetti, si erano trasferiti a Londra da appena tre mesi per motivi
di lavoro.
La drammatica testimonianza del padre di Gottardi
Il giorno dopo il disastro il papà di Marco Gottardi aveva raccontato di
essere stato fino all'ultimo istante al telefono con il figlio bloccato
nell'appartamento. "Alle 3.45 mi ha chiamato la madre di Gloria per
dirmi che la figlia l'aveva contattata spiegandole che c'era questo
incendio nel grattacielo dove i ragazzi vivevano", dice Giannino
Gottardi. "Ci siamo subito messi in contatto con Marco, che minimizzava
l'accaduto. Penso facesse così per tranquillizzare Gloria e anche mia
moglie". "Ci sono state una serie di telefonate convulse, nelle quali -
sottolinea - continuava a garantirci che i soccorsi stavano arrivando e
che la situazione si poteva risolvere". "Alle 4.07 - conclude - c'è
stato l'ultimo drammatico contatto nel quale ci ha informati che il loro
appartamento era invaso dal fumo e che la situazione diventava di
emergenza. Da quell'istante non abbiamo avuto più alcun contatto e il
telefono non era più raggiungibile".
Non tutti i corpi saranno identificati
Non tutte le vittime dell'incendio della Grenfell potranno essere
identificate. Lo ha spiegato il capo della polizia della città, Stuart
Cundy, mentre i soccorritori non sperano più di trovare persone ancora
in vita, fra le decine considerate ancora disperse. Fino a ora, il
numero dei morti accertati è almeno 30 (secondo l'ultimo bilancio della
polizia), diversi dei quali sono stati identificati. La speranza è che
"non si arrivi alle tre cifre", ha precisato Cundy, spiegando anche che
"c'è tristemente il rischio che non saremo in grado di identificare
tutte le vittime". "L'edificio è in condizioni pericolose" ha aggiunto
in una conferenza stampa, nel corso della quale ha chiarito che la
polizia fornirà soltanto dati dei quali è assolutamente certa.
Esperti diedero l'allarme già un anno fa su rivestimento
E si susseguono ora le analisi e le rivelazioni sulle cause
dell'incendio. Uno degli elementi sui quali si sta più puntando il dito è
quello dei pannelli isolanti che sono stati collocati attorno alla
copertura della torre e che avrebbero amplificato le fiamme. Il
Guardian, in particolare, sostiene oggi che già un anno fa esperti di
sicurezza avevano lanciato l'allarme su questo elemento. In un rapporto,
il Building Research Establishment, un organismo tecnico che lavora per
il Dipartimento delle comunità e degli enti locali, aveva spiegato che i
tentativi di aumentare l'efficienza energetica di questi edifici
avvolgendoli in pannelli isolanti stava "accrescendo il volume di
materiali potenzialmente combustibili che vengono utilizzati". Diversi
esperti di sicurezza hanno notato come il rivestimento della Grenfell
Tower possa aver contribuito a trasmettere le fiamme. Altri, invece,
stanno puntando il dito contro i tubi del gas installati recentemente
dalla National Grid e che non sarebbero stati isolati con materiali
ignifughi, nonostante le rassicurazioni.
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