Dal 2012 al 2017, un solo regno. Juventus
Stadium, è qui la festa, qui si fa la storia. Battendo 3-0 il Crotone
alla penultima giornata, diventa matematico il sesto scudetto
consecutivo, il 33° in totale (per i tifosi bianconeri saranno sempre
35…), titolo che riscrive prepotentemente gli almanacchi del calcio
italiano visto che mai nessuno era riuscito in questo incredibile
filotto. Record nato con Antonio Conte e proseguito con Max Allegri (3
titoli ciascuno) per sei anni di autentico dominio, sia sul campo che a
livello societario. Già perché dietro i trionfi della Signora c’è una
società d’acciaio e uomini di comando (da Agnelli a Marotta, da Nedved e
Paratici) che lavorano, lo dicono i risultati, meglio di chiunque
altro.
Step by step, con strategie di mercato anche rischiose (via Vidal e
Pogba, per esempio) ma rivelatesi azzeccatissime, la Juve ha rafforzato
anno dopo anno la sua ‘colonna vertebrale’ ed è oggi a pieno diritto nel
gotha del football internazionale. Stavolta però, dopo la conquista di
tricolore e Coppa Italia, c'è ancora qualcosa da fare e si chiama 3
giugno, finale di Champions col Real Madrid. L'ultimo sogno è lì ad un
passo e porta dritto al 'triplete', ovvero il punto più alto che un club
può raggiungere.
Senza storia l’ultima sfida contro un Crotone disperato (Empoli ko in
casa con l’Atalanta, i calabresi possono ancora salvarsi), volenteroso,
ma che resiste appena dodici minuti: Cuadrado crea dalla destra, assist
in mezzo per Mandzukic che anticipa netto Rosi e timbra il vantaggio.
Raddoppio al 39’: gioiello balistico di Paulo Dybala con una fantastica
punizione a giro. Cordaz, immobile, può solo guardare. Prima
dell’intervallo l’unico sussulto dei calabresi: conclusione di
Falcinelli deviata da Bonucci, il pallone prende una traiettoria infida
ed esce di pochissimo.
Match cristallizzato dalla Juve nella ripresa, che rallenta i ritmi ma
contiene senza problemi la sterile reazione del Crotone. Pjanic sfiora
l’incrocio al 75’, esce di un metro al 79’ il destro a giro di Barberis.
A sette dal termine, su angolo di Dybala, Alex Sandro cala il tris con
una potente capocciata da centro area che sbatte sulla faccia interna
della traversa (serve la ‘goal line technology’ per l’assegnazione). Nel
recupero (93’) Mandzukic sfiora una clamorosa rete da centrocampo,
Cordaz indietreggia in tempo e smanaccia in corner. Poi Mazzoleni
fischia tre volte e scatta la grande festa bianconera, con gavettoni,
balli sfrenati e un Allegri sommerso… dalla schiuma da barba.
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Ingannati da una fitta nebbia e intrappolati da un vento gelido che ha fatto precipitare la temperatura fino a 20 gradi sotto lo zero: così negli ultimi due giorni sono morti quattordici escursionisti in sette distinti incidenti sulle Alpi tra Italia, Francia e Svizzera. Di questi sette erano italiani. Cinque sono rimasti bloccati da una bufera di neve a oltre 3.000 metri di quota lungo il percorso della Haute Route, itinerario scialpinistico che collega Chamonix, ai piedi del Monte Bianco, con Zermatt, sotto il Cervino. Si tratta della guida italiana Mario Castiglioni, 59 anni, tra le vittime ci sono tre escursionisti esperti di Bolzano, Elisabetta Paolucci, 44 anni, Marcello Alberti, di 53 anni, e Gabriella Bernardi, 53 anni, questi ultimi marito e moglie, tutti e tre amici da tempo. Non è ancora stata resa nota l'identità della quinta vittima italiana. Nello stesso incidente è morta anche è una donna bulgara di 52 anni. Sul versante bellunese altre due vitti
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